Come cambieranno i giornali e le redazioni

Finora si è discusso delle cause della crisi dei giornali, della caduta dei ricavi, dei risultati della prima ondata di ristrutturazioni. Ma tutto questo viene ora visto in una luce diversa. La crisi della stampa, pochi non lo capiscono, non è ciclica ma strutturale. Dunque è destinata a cambiare per sempre l’editoria. Vengono messi in discussione gli elementi costitutivi di questo mondo: l’organizzazione aziendale, il funzionamento delle redazioni, i contenuti dei quotidiani e dei periodici. E il modo in cui si raccoglie la pubblicità. Come scrive Bain & Company.

Se ne parla sui giornali, se ne parla nelle redazioni. E se ne sono occupate società di consulenza come Bain & Company, che qualche tempo fa ha presentato uno studio dal titolo «Il panorama della distribuzione editoriale». L’ho trovato in un post come sempre informatissimo de ilgiornalaio dedicato però a un altro tema, la riorganizzazione delle edicole (con una chiave diversa se ne è occupato nei giorni scorsi anche questo blog). Seppur vecchio di qualche mese, lo studio rimane attualissimo. Anzi, anticipatorio.

La prima parte affronta una serie di temi che da qualche mese sono diventati argomento di riflessione tra i maggiori editori italiani, come si è letto sulla stampa di settore. L’area dei periodici ci entra in pieno.

Riporto alcune schede.

La crisi attuale

Questa fa vedere quali sono le ragioni della crisi dei giornali. Vale non solo per i quotidiani. Calo delle copie vendute, della pubblicità, dei collaterali (cd, dvd, libri, oggettistica e tutti i prodotti venduti con i giornali). E nuove abitudini di lettura della gente, passata, in parte, al digitale.

Calo ricavi e ristrutturazioni

La linea blu fa vedere che i ricavi continuano a calare. La linea rossa mostra come le ristrutturazioni degli anni scorsi abbiano arrestato solo momentaneamente il calo dei margini. In soldoni: gli editori fatturano sempre meno ma hanno parato il colpo tagliando i costi. Questa strategia non basta più.

Nuovo modello operativo

La slide qui sopra fa vedere che la crisi, contrariamente a quel che si poteva sperare fino a due anni fa, non è ciclica, dunque superabile. Ma strutturale. E richiede, se è vero quel che si legge, un cambiamento profondo dei giornali.

Come cambiano i contenuti

Qui si fa vedere come devono cambiare i contenuti e i prodotti editoriali per rispondere alla domanda dei lettori. Sono richiesti commenti specialistici, approfondimenti, ampliamenti. Da notare la frase: riduzione della foliazione cartacea.

Redazioni tematiche

La slide qui sopra, se tradotta in realtà, stravolgerebbe la vita nei giornali. Ancora oggi ogni testata è un mondo completo e autosufficiente, con giornalisti che coprono varie aree tematiche e tutte le funzioni della produzione. Secondo lo schema riportato qui sopra, le redazioni devono essere scomposte.

Redazione e organizzazione lavoro

Questo è il lavoro nelle redazioni.

Concessionarie di pubblicità

Infine un argomento che ha fatto capolino più volte sui giornali degli ultimi mesi. Ipotesi di accorpamenti e concentrazioni nelle concessionarie di pubblicità. E perché escludere gli editori?

M’interessa perché: 1) aiuta a immaginare come cambierà il lavoro nei giornali; 2) prefigura una trasformazione del lavoro giornalistico e dell’attività editoriale; 3) lascia immaginare un confronto impegnativo tra giornalisti ed editori, perché bisognerà riscrivere regole e contratti di lavoro.

Chi lo dice: «Bain & Company, società leader in Italia nella consulenza strategica e organizzativa».

Bain & Company

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