Gli Editori Tradizionali Nella Morsa Del Debito

Gli editori tradizionali combattono nella morsa del debito. Una situazione che rende difficile investire nel digitale. Anche attraverso acquisizioni

Gli editori digitali italiani (i cosiddetti pure player) sono in rosso, come ha riportato Italia Oggi, ripresa da Data Media Hub.

Gli editori tradizionali italiani sono in rosso (ma vediamo se le semestrali, in arrivo nelle prossime settimane, riservano qualche sorpresa).

Non c’è differenza, dunque, tra i due mondi, tra vecchio e nuovo?

No, una differenza c’è, grande come una casa: è il debito.

Da una parte abbiamo piccole realtà nate digitali che aumentano il fatturato ma rimangono in rosso. Lottano per trovare la sostenibilità.

Dall’altra ci sono grandi editori, nati nella carta, che hanno fatturati in contrazione (prima differenza) e lottano per ripagare il debito (seconda differenza).

Queste riflessioni nascono da varie letture, tra cui quest’articolo del Guardian con intervista al fondatore di Business Insider, sito Usa di informazione economica e finanziaria. Si spiega che la società ha un fatturato promettente, 20 milioni di dollari, del quale neppure un dollaro viene dato in dividendi: quel che si incassa viene reinvestito nell’espansione dell’attività.

Che differenza rispetto a Time Inc, il maggiore editore Usa di periodici, che si è presentato in Borsa 15 giorni fa con un debito di 1,2 miliardi di dollari. Certo, è una società incomparabilmente più grande di Business Insider e similia. Ma deve affrontare una sfida che agli editori digitali è sconosciuta: riuscire a ripagare il debito conservando sufficienti risorse per investire nella transizione al digitale.

Solo vincendo questa sfida, Time Inc e gli altri, anche italiani, potranno riprendere a crescere. Magari facendo acquisizioni, tra cui Business Insider o, come si legge, Vice Media (Time vorrebbe comprarlo).

Futuro dei Periodici

 

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