Le riviste da venerdì sono state separate dal resto della società. E affrontano in solitudine – in Borsa – le incognite dell’era digitale. Gli editori di periodici del mondo stanno a guardare, nello specchio del loro destino
E’ un passaggio epocale per il mondo dei periodici. Come preannunciato da questo blog, anche riportando analisi di natura tecnica, Time Inc. si è separata dalle altre attività del gruppo.
Il grattacielo di Manhattan conserverà il nome, ma dentro ci si occuperà di cinema e tv. Che da tempo fanno il 95% dei soldi del gruppo.
I giornali, che sono all’origine di una storia iniziata 90 anni fa, saranno raccolti in una public company, che cerca capitali, azionisti e fortuna in Borsa.
I magazine (di Time) hanno un futuro?
Il primo punto, come spiega un superesperto Usa (Ken Doctor), è il debito. Su Time Inc. sono stati scaricati 1,3 miliardi di dollari di debiti. Tanti, per una società in crisi strutturale, con ricavi in calo, costretta a investire, comprare e trattenere i migliori talenti. In Borsa ieri il titolo ha perso. Per l’altro superesperto, Mathew Ingram di Gigaom, butta male.
Il secondo punto è l’offerta: 95 titoli sembrano troppi. I soldi non arrivano più da Time, Fortune, Sports Illustrated, Entertainment Weekly. Bensì da People, InStyle, Real Simple, Southern Living.
Terzo punto, la sfida digitale.