La pubblicità su mobile rende meno di quella su pc. E questo è un enorme problema per i media digitali. A partire da Google
Leggo questo pezzo su ZDNet (CBS Interactive) intitolato: La seconda apocalisse dell’industria dei media – La rapida ascesa del mobile.
Si spiega come il mobile sia in rapidissima crescita: la gente raggiunge i contenuti attraverso smartphone (e tablet). Il pc sta calando.
Questo ha una ricaduta sulla pubblicità che mette a rischio la sopravvivenza stessa dei media digitali.
La pubblicità su mobile, infatti, è pagata in media un decimo di quella per il desktop.
Lo sappiamo, leggere un annuncio banner o altro su schermi piccoli è un’esperienza fastidiosa. La resa è scarsissima.
La compressione verso il basso mette in difficoltà tutta l’industria dei media.
La prima apocalisse è stato il crollo del valore della pubblicità nel digitale: vale un decimo di quella su carta. E il prezzo lo stanno pagando le case editrici di quotidiani e periodici.
Ma la compressione della pubblicità su mobile rischia di giocare uno scherzo ancora più grosso ai giganti di Internet. A partire da Google, a sentire l’autore dell’articolo.
In questo gli editori che provengono dalla carta stampata sarebbero addirittura più protetti dei concorrenti digitali. Il valore della pubblicità sui giornali, infatti, scende a una velocità più bassa di quella su mobile. E si para meglio il colpo, rispetto all’industria dei media digitali.
Un argomento da approfondire.