Si diffonde il modello Spotify nei giornali. Per leggere le riviste in streaming online. Senza doversi abbonare alle singole testate
La società svedese Readly lancerà dal prossimo mese un nuovo prodotto per il mercato dei periodici britannici sul modello di Spotify.
Si tratta di un servizio di distribuzione di contenuti in streaming online che consente di accedere alle riviste.
Con un abbonamento all-you-can-eat da 9,99 sterline al mese, sarà possibile leggere tutte le testate settimanali e mensili che aderiscono all’iniziativa, senza limiti per quantità e tempo.
Proprio come avviene con Spotify nella musica.
Il vantaggio per gli editori è di poter ampliare la rete di distribuzione e circolazione dei propri prodotti, e questo può avvenire senza investimenti in nuove piattaforme e infrastrutture fisiche e virtuali.
Si fa “scala”.
I contenuti dei giornali saranno gli stessi di quelli offerti sull’edizione cartacea.
Il modello Spotify inizia ad avere un certo interesse per l’industria dei giornali, inclusi i quotidiani.
Se n’è occupato la scorsa settimana il consulente globale di media Ken Doctor in uno dei suoi appuntamenti per Nieman Lab.
Doctor osserva che nell’era di Internet la tendenza è quella dell’unbundling: far circolare (e in qualche caso, vendere) i contenuti smembrando i raccoglitori tradizionali. Che si tratti di giornalismo o di musica. Lo sappiamo molto bene, le canzoni, oggi, vengono comprate su iTunes singolarmente, come ai tempi dei 45 giri.
Ma stanno emergendo servizi di distribuzione in streaming dei giornali, dice Doctor, che portano in auge, in forme inattese, una forma di smart rebundling: i contenuti tornano ad essere aggregati, tenuti insieme da un filo e una logica creativa, ma in modo nuovo, coerente con le nuove esigenze dei lettori.
«Per i quotidiani e i periodici – alle prese con cambiamenti di mentalità che riguardano anche il modo di proporre l’acquisto dei prodotti e gli abbonamenti – si apre un’epoca dalle possibilità quasi infinite».