Un viaggio nei giornali che cambiano. Attraverso le parole di un grande designer di media. Per capire in quale direzione devono andare quotidiani e periodici. Cogliendo il meglio di una stagione tra le più eccitanti (e rischiose) del giornalismo
The Wall Street Journal (Usa), El Tiempo (Colombia), Die Zeit (Germania), Aftenposten (Norvegia), Paris Match (Francia).
Mario Garcia ha ridisegnato centinaia di giornali ma questi sono i progetti che meglio illustrano la sfida del cambiamento.
Garcia lo ha spiegato a una lezione a studenti universitari di giornalismo: come promuovere il cambiamento e trarne vantaggio. Garcia, americano di origini cubane, è il più famoso designer al mondo di giornali e media. Maestro nella carta stampata, 41 anni di lavoro, centinaia di progetti alle spalle per i principali quotidiani (Italia inclusa), ora crede nella strategia del digital first, il ripensamento dei giornali a partire dall’edizione per smartphone e tablet. E ha scritto un manuale, il suo primo ebook, sulla grafica dei giornali digitali.
Ascoltarlo è come fare un tuffo in quel che c’è di più entusiasmante, creativo, coinvolgente del giornalismo, quello che ne fa uno dei mestieri più belli.
Il cambiamento è ora l’imperativo a causa della … disperazione. Ma il cambiamento va fatto per trarne beneficio, non per amore del cambiamento.
Sintetizzo alcuni passaggi, partendo dai 5 progetti.
L’introduzione del colore sul Wall street Journal, sfidando una tradizione considerata intoccabile.La redazione era contraria: il colore sul wsj? «Perderemo la credibilità»…
La ridefinizione della formula del quotidiano El Tiempo di Bogotà: eliminate le sezioni (politica, economia, esteri) e introdotta una scansione più intuitiva e naturale: Cosa sapere, Cosa fare, Cosa imparare. Il concetto è filtrato ovunque nell’editoria, viene applicato anche dai newsmagazine italiani.
L’approccio digital first in un grande quotidiano norvegese, disegnato partendo dal mobile. Deve essere letto sugli smartphone e sui tablet, poi si passa alla carta. Non il processo inverso, di adattamento del prodotto di grande formato ai piccoli schermi. La lezione è che il lavoro giornalistico non è più un lavoro per «solo numbers» (numeri primi), ma collettivo. Si parte da un’idea (un tweet) e su questo si costruiscono testo scritto, parte grafica, video, tutto il resto.
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I 2 Tempi Della Notizia: «Ora» E «Più Tardi»
La notizia viene elaborata secondo la scansione temporale di: ORA e PIÙ TARDI. Due momenti a cui viene associato un diverso strumento di lettura: smartphone/sito web versus carta/applicazione
Una cadenza in due tempi plasma oggi l’informazione.
Ne parla ancora una volta quella formidabile fonte di riflessione che è il blog di Mario Garcia, designer e professore di giornalismo.
Garcia in una magistrale lezione online, visibile anche in video (Hearst digital media lecture), spiega che l’informazione viene ritmata su due tempi.
C’è il materiale grezzo, lo strillo, la breaking news. Che arriva attraverso smartphone, o con la ricerca su Google.
E c’è il momento della cottura prolungata, del racconto ben realizzato, dell’approfondimento. Per cui la carta rimane, forse, lo strumento ancora oggi più adatto.
Il punto è che ogni pubblicazione deve avere molto chiara – raccomanda Garcia – la visione di come deve essere elaborato e cadenzato il flusso temporale dell’informazione per il proprio pubblico.
Seguono gli esempi di Circa, Breaking News, Yahoo News Digest, New York Times Now, Guardian.
Siamo lontani dall’angosciante idea di doversi precipitare verso una non meglio definita transizione al digitale. Ma è chiaro che non c’è spazio per chi dovesse ignorare il nuovo ciclo della notizia.
Non è tempo per strumenti solisti. Se ne era già parlato a proposito di un concetto musicale passato al giornalismo: quello di media quartet.
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