I giornali italiani iniziano a guadagnare con i tablet e gli smartphone

Dove si parla di tablet, smartphone, Internet e della crisi dei media tradizionali. Delle prospettive di crescita per gli editori nel digitale. E delle potenzialità della smart tv, la televisione che si collega alla Rete.

«Gli algebristi, gente sempre utile al pubblico» scriveva Voltaire. Viene da pensarlo leggendo alcuni virgolettati sui dati presentati in questi giorni dall’Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano. Ma dalla nuvola di numeri, percentuali e sigle in Inglese per definire come cambia il mondo della comunicazione, emergono notizie che s’inseriscono nel flusso di riflessione ad alta voce di questo blog.

Ho capito che:

1) Il mondo digitale, sia quello più consolidato dei siti web (Old Internet) sia quello nuovo legato agli smartphone, ai tablet e alle smart tv (le televisioni che si collegano alla rete: ne sono state vendute in Italia 2,5 milioni), il cosiddetto New Internet, il mondo digitale, si diceva, continua a crescere e a far soldi. Togliendo però spazio e risorse ai media consolidati: televisione, radio, carta stampata, calati in cinque anni del 25%.

Media tradizionali e New Media

2) All’interno del mondo di internet, la realtà che cresce più rapidamente, in modo tumultuoso, è quella del mobile, appunto smartphone e tablet (cresciuti come ricavi del 90% in un anno). Grazie a questi apparecchi le società che producono contenuti riescono a guadagnare non solo dalla pubblicità associata ai contenuti (pensate a un sito di informazione) ma anche dalla vendita dei contenuti stessi. Finora, in Italia, l’accesso ai siti dei quotidiani era gratuito. La gente inizia ad accettare che invece si debba pagare per scaricare, ad esempio, le applicazioni delle riviste. Una notizia non da poco, perché è la premessa per qualsiasi transizione al digitale dei media tradizionali. Ed è merito del New Internet, degli apparecchi mobili. L’Old Internet, quello in cui si naviga con i “pesanti” computer da desk, è invece stagnante.

Old Internet e New Internet

3) Si capisce allora perché una testata giornalistica italiana su quattro abbia creato applicazioni, 750 fino a oggi, gratuite o a pagamento.

4) Ma la transizione non avverrà nel breve termine. Spiegare perché non è semplice. Cresceranno i ricavi da contenuti venduti con il New Internet (smartphone, tablet, smart tv) ma per il 2017 saranno una quota ancora piccola, del 10 % del totale dei media.
Tanto, poco per i periodici, che oggi raccolgono meno del 10% del mercato pubblicitario nazionale? Per conoscere la risposta bisognerebbe parlare con un algebrista.

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Il Punto: capire se vi sia una prospettiva di tenuta economica per gli editori di giornali nel mondo dei nuovi media.

Repubblica.it: New Media, Internet Media, New Internet

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