Mentre gli altri sono fermi, gli affari di Springer nel digitale continuano

Una bella intervista di Lettera43 sul successo dell’editore tedesco Axel Springer nel digitale. Parla il presidente di questo gigante della stampa europea, l’italiano Giuseppe Vita, 77 anni, occhi celesti da vero teutonico, manager dal curriculum ricco, dal farmaceutico alle banche, sempre in una dimensione internazionale.

Quest’uomo certo non nativo digitale spiega la ricetta di Springer nel digitale. Ne ho parlato in post del 29 e del 22 agosto (2012).(Springer 1  Daily Mail e Springer 2)

Mentre Newsweek sparisce dalle edicole e lascia solo una traccia nel digitale, i tedeschi già nel luglio scorso facevano il 33,9 per cento del fatturato sulle varie piattaforme tecnologiche, complementari alla carta.

Ci sono contenuti editoriali ma anche tanto e-commerce. Una strada mista che dà frutti. Vita spiega come si sia arrivati a questo assetto passando anche attraverso complesse, e dolorose, ristrutturazioni. Ma il tema degli esuberi è stato affrontato, dice Vita, alla maniera tedesca: prepensionando. Viene da pensare che la maniera tedesca viene applicata in Germania, perché in Italia altri tedeschi, quelli della casa editrice Gruner und Jahr, hanno usato la mannaia nello stato di crisi presentato a inizio ottobre: 36 esuberi su 72 giornalisti, con il rischio reale che non ci siano ammortizzatori “dolci” per loro.

Ecco l’intervista, fortemente consigliata. E un piccolo estratto.

«DOMANDA. Che cosa si intende quando si dice che Axel Springer punta al digitale?

RISPOSTA. Di sicuro non basta trasportare su internet le proprie testate. Questo è banale, è la condizione di base.
D. È ciò che hanno fatto finora la maggior parte dei grandi editori italiani.
R. Intendiamoci, è un primo passo obbligatorio. Ma una volta che una testata va su iPad quanto può guadagnare in termini di abbonamenti? Si può parlare di 10, 20, 30 mila copie se l’editore è proprio bravo…
D. Quindi?
R. Bisogna diversificare.
D. Come?
R.  Il nostro fondatore, Axel Springer, diceva: «La nostra finalità non è stampare carta, è comunicare»…………

M’interessa perché: 1) mostra la strada da seguire per trovare un modello di business; 2) la carta rimane, è l’unico modo per far vedere cos’è esattamente quel prodotto editoriale, la carne e il sangue del brand; 3) per far soldi bisogna diversificare: e-commerce, e-commerce, e-commerce.

Il punto: uscire fuori dalla palude in cui è sprofondato Newsweek.

Lettera43: come fa il digitale Axel Springer

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