Nella testa degli editori che ristrutturano i periodici – 5 fine

Giungo alla fine della serie di post che prendono spunto dagli stati di crisi presentati dai principali editori italiani di periodici (e quotidiani), eventi che mi hanno spinto a rileggere lo studio di The Boston Consulting Group intitolato: Transforming Print Media. Leggete qui la prima, la seconda e la terza e la quarta parte.

Aiuta a entrare nella testa degli editori, capire il presente, immaginare come e perché vengano presentati piani di riorganizzazione che prevedono chiusure e cessioni di testate, esuberi, revisione delle redazioni, addirittura l’uscita dal mercato dei periodici.

Bcg spiega in conclusione che la crescita per gli editori arriverà probabilmente da nuove attività e dall’ingresso in nuove aree di business (vedete il mio post di ieri su Axel Springer e le acquisizioni di società nelle nuove tecnologie).

Si fanno esempi. Ci sono editori di periodici che hanno sfruttato la forza dei loro brand e la specializzazione in aree come la moda e l’arredamento per sviluppare l’e-commerce relativo al settore. Altri hanno creato ecosistemi mediatici intorno a specializzazioni tematiche: un quotidiano australiano molto forte nella copertura degli avvenimenti sportivi ha avviato un canale televisivo su internet, contenuti editoriali speciali, user generated content. Altri, che hanno un lettorato concentrato in determinate fasce socieo-economiche, hanno sviluppato un’offerta di servizi e dati di interesse per questo pubblico. Altri ancora hanno potenziato il marketing mettendo questa esperienza a disposizione di imprese di piccole e medie dimensioni, creando una nuova area di business.

Non solo giornalismo, dunque. Ma scelte che richiedono decisioni a volte difficili. E qui si passa alla valutazione della adeguatezza del management, la testa della casa editrice. Il mondo è cambiato. La trasformazione è rapida. Le scelte spesso devono essere corrette e riviste in breve lasso di tempo. Bisogna sposare strategie adattive. Cadono le protezioni del passato, non ci sono più mercati con alte barriere d’ingresso e anche una piccola società, ma innovativa, può in poco tempo insidiare la supremazia di editori consolidati.

Vi ritrovate?

Segnalo che sul sito dello European Journalism Observatory è uscito un post di Pier Luca Santoro, autore de ilgiornalaio, su un nuovo studio di Bcg riguardante il maggiore valore attribuito dai lettori ai media online.

Il Punto: come cambiano gli editori di periodici.

BCG

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