Per quanto abbia imparato che è meglio tacere quando si parla di editori che chiedono stati di crisi, perché fino all’ultimo non si sa che piega prenderanno gli eventi, non posso non riportare che, leggendo su Italia Oggi e qualche sito web, anche la prestigiosa Condé Nast Italia sta affrontando un momento difficile.
Se nei mesi scorsi si diceva che questo editore non avrebbe mai chiesto uno stato di crisi, per non danneggiare la propria immagine patinata, pare che invece adesso ci si prepari a trattare con i giornalisti per arrivare alla applicazione di un contratto di solidarietà.
Probabilmente non serve spiegare di cosa si tratta, visto che mezza Italia lo applica e l’altra parte è in cassa integrazione. In sostanza, ai dipendenti si chiede di lavorare meno ore al mese e anche la retribuzione viene ridotta (ma poi in parte colmata da fondi pubblici). Ma questa ipotesi sarà presa in considerazione dall’azienda, a leggere Italia Oggi, solo dopo aver valutato i risultati di una politica di incentivazione (tre anni di stipendio per chi se ne va volontariamente).
Tempi duri, dunque, anche per Vogue, Glamour, Vanity Fair, Myself. Ma si attendono interventi del Governo italiano per ridare ossigeno a tutto il settore dell’editoria, più che mai sotto pressione.
Italia Oggi: Condé Nast pensa alla solidarietà.
Pambianconews: anche Condé Nast in crisi.